Banca Centro Emilia - 115 anni di storia a fianco delle comunità locali
Giovanni Govoni - Direttore Generale, ci descrive Banca Centro Emilia; il suo ruolo di banca locale e la sua vocazione mutualistica; elementi che emergono specialmente nel contesto emergenziale che stiamo vivendo
Direttore Govoni, ci presenti la sua banca.
Banca Centro Emilia è una Banca di Credito Cooperativo appartenente al Gruppo Bancario di Cassa Centrale Banca che è di gran lunga il più solido d’Italia. È una società cooperativa, ovvero una testa un voto, vera forma di democrazia economica, in cui l’utile non è un fine ma un mezzo per poter concedere gli impieghi creditizi. Il 6 Febbraio scorso ha compiuto 115 anni di storia a fianco della comunità locale, nasce infatti come Cassa Rurale dei Prestiti di Corporeno per rispondere alle esigenze di artigiani e agricoltori che trovavano difficoltà di accesso al credito presso gli altri Istituti.
Oggi la banca opera nel territorio compreso fra le province di Ferrara, Modena, Bologna e Reggio Emilia con 28 filiali.
Nel dicembre 2018, con l’incorporazione del Credito Cooperativo Reggiano, ha raddoppiato la base di clienti e soci aprendosi ad un territorio ampio e diversificato: dalla meccatronica del reggiano, all’automotive di Cento, dal biomedicale di Mirandola alla filiera agroalimentare, con l’eccellenza del Parmigiano Reggiano, al turismo dei lidi di Comacchio. La banca è ben patrimonializzata (CET1 pari al 17%), ha poco credito deteriorato e ben coperto, e da oltre 8 anni presenta utili che superano i 2 milioni di euro; prevediamo di presentare ai soci un buon bilancio anche per il 2020.
Avete appena aperto a Ferrara; una scelta controcorrente.
Si decisamente, possiamo tutti constatare la progressiva riduzione degli sportelli ed i clienti “dirottati” su altre filiali, o peggio ancora i servizi di cassa non disponibili ma affidati a macchine automatiche. La drastica riduzione della redditività che affligge il sistema bancario negli ultimi anni, ha fatto sì che molti istituti scegliessero la via della riduzione dei costi e ciò si traduce in meno sportelli e meno personale. La nostra banca, adotta un approccio opposto: mantiene alto il livello di servizio attraverso una consulenza professionale e con le casse sempre disponibili, ed ha, per l’appunto, aperto in luglio una nuova filiale a Ferrara in Via Porta Romana. Siamo fortemente convinti che il presidio del territorio, con lo sviluppo della relazione, siano elementi fondamentali di vantaggio competitivo.
Vuole tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso?
Lo dico spesso ai miei bravi collaboratori che abbiamo sviluppato gli anticorpi per poter fronteggiare diverse difficoltà. Dal 2010, da quando sono diventato Direttore di questa banca, abbiamo affrontato, oltre alla generale crisi economica e del debito sovrano, diverse situazioni non facili: il terremoto del 2012, l’alluvione nel modenese nel 2014, la rivoluzione della Riforma delle BCC, che ha previsto l’ingresso in un Gruppo Bancario nazionale, ed infine questa tremenda emergenza sanitaria che già sta provocando gravi impatti sull’economia dei territori. Ognuno di questi eventi ha richiesto il nostro massimo impegno per continuare ad operare mantenendo fede alla nostra missione di banca locale, e nello specifico, nonostante il lock-down e la situazione emergenziale, a differenza di altre banche, noi non abbiamo mai chiuso i nostri sportelli. Per fronteggiare poi gli effetti dell’emergenza economica conseguente a quella sanitaria abbiamo concesso circa 1450 moratorie per oltre 140 mil. di € e, come gruppo, abbiamo trasmesso al Fondo di Garanzia delle PMI 173 mila richieste a valere sulle misure del “Decreto Liquidità”. Si tratta del 14,6% del totale delle pratiche a fronte di una quota delle BCC, nel mercato complessivo degli impieghi, pari al 7,5%; quasi il doppio! È rilevante dunque il contributo che stanno dando le banche di comunità mutualistiche al fine di rendere disponibili a famiglie, imprese e professionisti le misure previste dal Parlamento per mitigare l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia reale.
Banca Centro Emilia può essere definita la banca del territorio in tempi di aggregazioni di altri istituti in grandi gruppi?
Certamente. Si definiscono in molti banca locale, ma la nostra lo è per preciso dettato statutario. Per poter essere BCC dobbiamo obbligatoriamente destinare al territorio almeno il 95% delle attività di impiego. Le risorse che raccogliamo attraverso i risparmi dei nostri soci e clienti vengono prestate alle famiglie e alle aziende che risiedono dove abbiamo le nostre filiali, contribuendo così ad alimentare un circolo virtuoso in cui la ricchezza rimane entro i confini del territorio stesso. Non ci sono altre banche sottoposte a tale vincolo che, in realtà, per noi è un’opportunità per presidiare più da vicino la relazione con i nostri clienti. E in tutti questi anni, a parte quello del terremoto, i nostri impieghi sono sempre cresciuti.
Aggiungo che, recentemente, la nostra banca ha ottenuto un rating di 4 stelle su un massimo di 5 nella valutazione che periodicamente la rivista AltroConsumo assegna agli Istituti bancari per solidità. Si tratta del valore più alto fra le banche del nostro territorio.